mercoledì 8 febbraio 2012

Appello contro la riforma dei Parchi Nazionali

Legge parchi: appello per fermare la riforma inutile e dannosa

25/1/2012 - Con il pretesto della riforma della Legge n.394 del 1991 si stravolgono i Parchi Nazionali. La conservazione della natura è il nostro unico interesse. (aggiornamento al 28 gennaio)
Fondo Ambiente Italiano, Italia Nostra, Mountain Wilderness, Lega Italiana Protezione Uccelli e WWF Italia lanciano insieme un appello per fermare la riforma della legge 394 sulle aree protette che rischia di stravolgere i parchi Nazionali.
Gli aspetti più pericolosi della riforma avviata dalla Commissione Ambiente del Senato interessano essenzialmente tre aspetti della gestione delle nostre aree protette che per i loro contenuti rischiano di stravolgere alcuni dei principi fondamentali che hanno motivato la creazione dei Parchi e delle Riserve naturali non solo in Italia ma in tutto il mondo.
Nei prossimi mesi per fermare questa riforma inutile e dannosa della Legge quadro sulle aree naturali protette le nostre Associazioni lavoreranno insieme, cercando il supporto del mondo scientifico, degli intellettuali, dei rappresentanti della cultura e dell’ampia maggioranza dell’opinione pubblica che ha a cuore la sorte dei nostri Parchi Nazionali e della natura che devono proteggere

E' solo rispettando le finalità di tutela che i parchi possono rappresentare un forte richiamo per il turismo nazionale e internazionale con ricadute positive sull'occupazione.
La riforma contestata vuole mettere in discussione il delicato equilibrio raggiunto nella gestione dei parchi tra rappresentanti del Ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura, del mondo scientifico, delle Associazioni ambientaliste e dei rappresentanti degli Enti Locali, nel rispetto della Costituzione che attribuisce allo Stato la competenza esclusiva in materia di tutela degli ecosistemi proprio per ribadire l’interesse nazionale della conservazione della natura. Le proposte di modifica intendono spostare questo delicato equilibrio a vantaggio di coloro che rappresentano interessi locali e di settore con una maggioranza dei rappresentanti degli Enti Locali e l’introduzione di un rappresentante delle Associazioni agricole nel Consiglio direttivo degli Enti Parco. Allo stesso tempo verrebbero eliminati i rappresentanti del mondo scientifico e ridotta la presenza delle Associazioni ambientaliste.

Queste modifiche, insieme alle nuove procedure previste per la nomina dei direttori dei parchi, non farebbero che aumentare la politicizzazione degli Enti Parco.
Una maggiore efficienza nella gestione degli Enti Parco, in particolare per la valorizzazione delle identità locali dei territori e lo sviluppo della “green economy”, sarebbe la motivazione principale dei sostenitori della riforma, ma questo può essere perseguito da diversi Enti pubblici nell’ambito delle loro ordinarie funzioni. Le aree naturali protette nascono per la conservazione della natura, se gli Enti Parco si trasformano in grandi Pro loco o agenzie di sviluppo locale finiscono per diventare inutili doppioni di Enti che oggi in molti vorrebbero tra l’altro cancellare.
Come secondo punto critico si aprirebbe la possibilità di cacciare nelle aree protette con la scusa del controllo delle specie aliene, quando soluzioni efficaci sono possibili anche con l’attuale normativa ed organizzazione dei Parchi.

Terzo aspetto è il meccanismo di finanziamento degli Enti Parco con l’introduzione della riscossione di una royalty o di canoni su alcune attività ad elevato impatto ambientale (la coltivazione di idrocarburi, gli impianti idroelettrici, impianti a biomasse, oleodotti ed elettrodotti fuori terra, le attività estrattive, posti barca ecc) che determinerebbero un pesante condizionamento delle decisioni di un Ente Parco che in prospettiva sarebbe a larga maggioranza controllato dai rappresentanti dei Comuni.

Firma:
Giulia Maria Mozzoni Crespi (Presidente onorario FAI)
Alessandra Mottola Molfino (Presidente nazionale Italia Nostra)
Danilo Mainardi (Presidente onorario LIPU – Birdlife Italia)
Fausto De Stefani (Presidente onorario Mountain Wilderness)
Fulco Pratesi (Presidente onorario WWF Italia)

IL TESTO DELL'APPELLO

SONDAGGIO ESCLUSIVO WWF SUI PARCHI

Per celebrare il ventennale della legge 394 sui Parchi, varata il 6 dicembre 1991 dopo un faticoso cammino durato più di 70 anni, il WWF ha realizzato grazie a ISPO Ricerche il sondaggio demoscopico “L’Italia dei Parchi”, chiedendo agli italiani cosa pensano delle aree naturali protette, patrimonio inestimabile che, tra difficoltà e successi, tutela oggi oltre il 10,42% del territorio italiano ed è riuscito a salvare dall’estinzione specie rarissime come il camoscio d’Abruzzo e l’orso bruno, il lupo, il gipeto, il pino loricato.


LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA E’ IL NOSTRO UNICO INTERESSE

28 GENNAIO 2012
Le aree protette non possono essere asservite agli interessi privati e locali, bisogna garantire le finalità di tutela proprie del governo dei parchi
“L’appello lanciato dalle nostre Associazioni per fermare la riforma della legge quadro sulle aree naturali protette ha il solo ed esclusivo interesse di garantire la conservazione della natura quale finalità prevalente dell’istituzione dei Parchi. E’ questo da sempre il nostro unico interesse”. Questa la reazione delle Associazioni FAI, Italia Nostra, LIPU-BirdLife Italia, Mountain Wilderness, WWF italia alle reazioni all’appello pubblicato sui maggiori quotidiani nazionali (riportato in questa pagina).
Non condividiamo le proposte di riforma della Legge 394/1991 in discussione alla Commissione ambiente del Senato per almeno 4 motivi:
1. perché verrebbero rivisti gli equilibri, in modo evidente e comprensibile anche per i non addetti ai lavori, tra coloro che rappresentano negli enti di gestione interessi nazionali generali e chi rappresenta interessi particolari e privati. Nessuno intende contrapporre i legittimi interessi delle comunità locali alle esigenze di tutela della natura ma è quanto mai opportuno nel nostro Paese assicurare il rispetto di quella gerarchia di valori ribadita in più occasioni dalla Corte Costituzionale per la quale la tutela dell’ambiente dovrebbe prevalere sempre su qualunque interesse economico privato.
2. è piena d’insidie la distinzione artificiosa che si vorrebbe introdurre tra attività venatoria e controllo della fauna selvatica, pur con la supervisione dell’ISPRA, l’Istituto di ricerca del Ministero dell’Ambiente. Si prevede di fatto un diretto coinvolgimento dei cacciatori nella gestione della fauna all’interno delle aree naturali protette. La normativa attuale già consente interventi da parte degli Enti Parco per la gestione dei problemi che alcune specie, essenzialmente il cinghiale, possono determinare se presenti in sovrannumero. La riforma prevista rischia di aprire le porte alla caccia nei parchi per interessi lontani dalla conservazione della biodiversità nel nostro paese.
3. manca inoltre, come indispensabile premessa ad ogni ipotesi di riforma della Legge attuale, una seria analisi dei problemi nella gestione dei parchi in relazione al ruolo centrale che dovrebbero svolgere per la tutela della natura. Risale infatti al 2002, cioè alla seconda Conferenza nazionale sulle aree naturali protette di Torino, l’ultima occasione di ampio confronto e dibattito sul nostro sistema nazionale di parchi e riserve naturali.
4. c’è infine da rilevare che in assenza di una seria valutazione sullo stato delle nostre aree naturali protette le proposte di riforma della Legge entrano esclusivamente nel merito delle rappresentanze negli Enti di gestione, delle procedure di nomina di Presidenti e Direttori, di possibili meccanismi di finanziamento attraverso royalty che rischiano di determinare pesanti condizionamenti nella gestione delle risorse naturali dei territori protetti e nella gestione della fauna attraverso un discutibile quanto inopportuno coinvolgimento del mondo venatorio.
Per questi motivi le cinque Associazioni ambientaliste che hanno voluto lanciare l’allarme sul destino dei parchi italiani auspicano una pausa di riflessione nel processo di riforma in atto per dare, nei tempi e modi opportuni, l’avvio ad un serio ed approfondito confronto sul futuro dei parchi con il solo obiettivo di assicurare una loro gestione più efficace per la conservazione del nostro patrimonio naturale.

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